seni, sessist
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illusione, finzione,

A Venezia un conclave di scienziati creativi, convocato dalla Science Gallery, ha cercato di rispondere a due quesiti che mi intrigano: “La tecnologia ha reso le cose più chiare o ha confuso le linee di demarcazione fra realtà e finzione? La realtà è davvero come ci appare?”

Valicheremo il limite “quando il virtuale sarà l’esatta replica del reale e ne saremo così immersi da non riuscire a distinguerli, molto più di “Matrix”, avverte la biologa Erica Villa.”Ad essere connessi saranno i nostri sensi. Allora sì, l’illusione sarà completa”.

Che cosa dobbiamo aspettarci?…un’attesa ancora lunga.

Sulla frontiera dell’illusione si avventurò già due millenni or sono Platone per il quale le nostre percezioni erano ombre di ombre, cioè niente di più falso. Da allora la marcia di avvicinamento fra l’illusione (finzione, realtà virtuale ecc) e la realtà è stata inarrestabile, seppur lenta e faticosa. Nonostante i passi avanti comunque le nostre certezze vengono erose dalle stesse tecnologie che dovrebbero rafforzarle. Non riusciamo a padroneggiare gli strumenti e i mezzi che la tecnologia ci offre. L’incognito che andiamo scoprendo misura perciò piuttosto il nostro smarrimento. La magia che ci consegna lo spazio incompreso, quella magia che viene usata da apprendisti stregoni annaspanti per raggiungere consenso e successo.

Non subiamo la sofferenza di Sisifo, costretto all’eterna fatica della ricerca di virtu e conoscenza, ma ci avventuriamo, in un terreno inesplorato, fra paludi e sabbie mobili, confortati magari dall’illusione di potere impadronirci del Santo Gral.

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